Per chi non lo sapesse, Opie, oltre al mio ormai storico nickname sul web, è anche il soprannome con cui io e mia sorella ci chiamiamo (vicendevolmente) da anni. Essendo sua questa ricetta, non potevo che definirla "Crostatopie". In realtà la vera ispiratrice di questo dolce è la mia nipotina Chicca, allergica a latte, uova, soia e fragole da quando aveva pochi mesi. Inutile dire che dopo mio marito è la mia più affezionata assaggiatrice di ricette (e che mia sorella, in quanto a "senza", ormai è un pozzo di scienza!). Si tratta di una crostata di tutto rispetto, che non ha nulla da invidiare a quelle fatte con la pasta frolla tradizionale, anzi...! Stavolta l'ho fatta con la marmellata di albicocche (sempre prodotta dalla mia Opie), ma la si può naturalmente realizzare anche con altre marmellate, con la frutta fresca o con la cioccolata (sempre se non si è intolleranti!).
Una variante apprezzatissima, anche dai più esperti!
Oggi vi propongo una "ricetta senza" ancora più particolare del solito. Non solo perché è senza zucchero, ma anche perché al posto delle classiche mele ho usato le pere. Ma non è finita, anziché arrotolare la pasta l'ho lasciata stesa. Bene, direte voi: e hai ancora il coraggio di chiamarlo "Strudel"? Si! E c'è chi, più esperto di tutti noi, mi supporta. :P Da qualche settimana a casa mia è venuta Nina, una ragazza alla pari dall'Austria che ha assaggiato il dolce ed è stata entusiasta, mangiandone ben più di una fetta. Mi ha inoltre confermato che sebbene lo strudel classico sia normalmente "chiuso", ne esistono diverse versioni "all'aperto". Ha anche apprezzato molto la "variante pere", invece assai rara nelle sue terre.
Che dire: la verità è che mi andava un dolce e non potrei mangiare lo zucchero, in casa avevo solo delle pere, ma soprattutto andavo di fretta. Ciò nonostante il risultato, evidentemente, merita un applauso! :)
Broccolo romano, fagioli e alici per un primo semplice e squisito
Ho mangiato per la prima volta la zuppa di broccolo romano lo scorso inverno, durante una sera molto, molto fredda, preparata dal mio compagno Andrea, "romano de Roma", che me l'aveva più volte decantata. Ebbene, è stato amore alla prima cucchiaiata. Delicata, vellutata, insospettabile. Vi suggerisco di preprararne doppia quantità rispetto a quella che vi siete prefissati perché potete stare certi che i vostri commensali chiederanno il bis. Questa ricetta, inoltre, ha un'interessante storia poiché è la versione semplificata della Zuppa con l'arzilla, una zuppa tradizionale laziale che si usava fare un tempo di venerdì, "giorno di magro" secondo la religione cattolica, nel quale non era consentito mangiare carne. Le massaie quindi si recavano al mercato a comprare broccoli romani e "arzilla", ovvero la razza, all'epoca poco apprezzata e quindi poco costosa, che veniva usata per preparare il brodo di pesce da unire al broccolo e alla pasta. Quest'ultima era generalmente del tipo "maritata": sfusa, composta da diversi tipi e anche spezzettata.
Ecco una ricetta che dimostra nuovamente come un piatto, per essere cremoso, non ha bisogno né di yogurt, né di panna, né di latticini. Stavolta per il salmone (il mio preferito!) ho voluto usare l'anice e la noce moscata, due aromi, entrambi particolari, che hanno esaltato il gusto morbido e vellutato di questo pesce. La crema di condimento, inoltre ha legato il tutto.
Chi ha assaggiato questo piatto si è leccato i baffi, compreso il mio bimbo di soli 15 mesi. Provare per credere! :)
La ricetta di questo dolce mi è stata donata da Rosemary, ex vicina di casa e cuoca sopraffina. Statunitense, anche se da più di un trentennio in Italia, la signora in questione si diletta a sfornare dei dolci eccellenti, e, alla mia richiesta, non ha esitato a procurarsi il suo quaderno magico, un piccolo raccoglitore ad anelli dove via via annota le sue ricette più care, e a trascrivermi quella del dolce in questione su un foglietto (in inglese, con le dosi rigorosamente in cups e teaspoons, qui tradotte in grammi e millilitri). Rosemary mi ha raccontato che questo pane dolce alla zucca, o per meglio dire pumpkin bread, proviene a sua volta da una vicina all'epoca in cui viveva a Ithaca, nello stato di New York. La ex vicina della mia ex vicina (!) preparava questo dolce in grandi quantità e lo faceva cuocere nelle scatole di latta del caffè finite e messe da parte per tutto l'anno. Il risultato erano dei piccoli pandolci in confezione regalo, che venivano donati ad amici e parenti per il giorno del Ringraziamento, o Thanksgivingday, che quest'anno cadrà il 22 novembre. Non è frequente tracciare la storia di un piatto, ma per questa siamo riusciti a risalire all'indietro di almeno cinquant'anni... e seimilasettecento chilometri.
Un ottimo contorno di verdure senza glutine, latte e uova
Chi non è intollerante alle solanacee, famiglia di verdure cui appartengono patate, melanzane e peperoni, può senz'altro gustare questo contorno, che a tavola fa sempre la sua bella figura. Semplicissimo da preparare, piace (quasi) sempre a tutti ed è possibile trovarne gli ingredienti in qualunque stagione.
La panatura con la farina di mais tostato, inoltre, oltre a rendere il piatto adatto anche a chi è intollerante a glutine e grano, dona una particolare croccantezza al piatto, apprezzato anche dai meno amanti della verdura!
Da brave streghe non potevamo non cucinare qualcosa per il giorno di Halloween. E con questo freddo improvviso il piatto giusto da proporre è senz'altro la vellutata di zucca "a modo nostro", senza panna o latticini. Basta la patata a rendere morbida e cremosa la zuppa, facendo di questo piatto un primo saporito, ma leggero e nutriente.
Vi consigliamo di servirla caldissima, anche con i crostini di pane se non dovete eliminare anche lievito, frumento o glutine! ;)
Insomma, buon appetito e... buona notte delle streghe!
La focaccia che si scioglie in bocca come burro (ma senza burro)
Torniamo a parlare della zucca, che tanto aggiunge a questa stagione (ancora lontana dall'essere fredda ma comunque piena di colori e sapori). L'arancione della nostra cucurbitacea rallegra le tavole: siccome con lei abbiamo cucinato un primo, uno sfizio e un dolce, abbiamo pensato che un antipastino potesse completare un ciclo, per così dire. Quindi via libera a una focaccia delicata che si scioglie in bocca, arricchita dal sapore dei semi di finocchio, facilissima da preparare, gustosa anche accompagnata con cubetti di formaggio, anche erborinati tipo il gorgonzola. Innaffiata con un prosecco darà il "la" a un aperitivo inusuale. Servitela tiepida. E abbondate.
Laura
28. Dicembre, 2014 | #
Che bello, finalmente qualcuno che va oltre l'ottusità di certe affermazioni pseudoscientifiche sostenute da medici che non esito a...
Chiara
20. Novembre, 2014 | #
Grazie Cristina!!! Siamo contente che ti siano piaciute! Se cerchi altre ricette, puoi usare il nostro "motore di ricerca ad esclusione"...
Cristina
19. Novembre, 2014 | #
Grazie per l'idea, ho dovuto modificare la ricetta perche' date le allergie del mio bimbo la mia scelta di ingredienti e' limitata. Al...