Crostini di polenta al bacon e pesto di pistacchi

  • Pronta in: 40 minuti
  • Quantità: 20 crostini
  • Difficoltà: Molto facile
  • Tipo: Inedito
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Crostini al pesto di pistacchi senza glutine e lattosio Crostini al pesto di pistacchi senza glutine e lattosio

Ingredienti:

10 fette di polenta da dividere in due
50 grammi di pistacchi sgusciati
80 grammi di pancetta affumicata Lenti
20 grammi di parmigiano
Olio extravergine d’oliva
Sale e pepe

Preparazione:

Accendere il forno a 160°. Affettare 10 fette di polenta dello spessore di mezzo centimetro, dividerle in due quadrati di circa cinque centimetri per lato, quindi sistemarle su una teglia unta o ricoperta di carta da forno. Non appena raggiunta la temperatura, cuocere la polentine per circa 20/25 minuti. Toglierle da forno lasciarle raffreddare leggermente. Nel frattempo tritare i pistacchi con il parmigiano, poco sale, pepe, un cucchiaio di olio extravergine d’oliva e poca acqua per amalgamare il tutto e formare una cremina. Tagliare il bacon in cubetti piccolissimi e farlo cuocere con una goccia d’olio d’oliva in un pentolino antiaderente. Quando il grasso sarà divenuto trasparente, togliere il bacon dal fuoco e unirlo alla salsina di pistacchi e parmigiano, tenendone da parte poco per la decorazione finale.
Spalmare la salsina sui crostini di polenta terminando con qualche cubetto di bacon e servirli ancora caldi.

Curiosità:

Polenta-1-620x462Il mais con cui si fa la polenta arrivò a Venezia poco prima del 1500, dopo che Cristoforo Colombo ne parlò di ritorno dal suo viaggio alla scoperta dell’America. Molto probabilmente vide queste piante per la prima volta in quella che oggi è l’isola di Cuba, ma l’origine dello Zea mays – questo il nome scientifico – la possiamo trovare in Messico, e risale a un periodo variabile fra il 2500 e il 5200 a.C.. Dalla Serenissima, dove venne inizialmente coltivato come curiosità botanica, il mais penetrò successivamente nel Polesine, in Friuli e nel Bergamasco, dove divenne il "cibo rifugio" durante le carestie del 1667-1668.

Dal sito: Il Cucchiaio d'Argento


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