Budino all'amaretto

  • Pronta in: 1 ora + 3 ore in frigo
  • Quantità: 4 budini
  • Difficoltà: Difficile
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Budino all'amaretto Budino all'amaretto

Ingredienti:

Per la crema:
60 grammi di crema di riso per l'infanzia
60 grammi di zucchero vanigliato
40 grammi di margarina
450 millilitri di latte di riso
8 cucchiai di liquore all'amaretto

Per i biscotti:
30 grammi di zucchero bianco
30 grammi di mandorle
20 grammi di farina di riso
10 grammi di amido di mais
30 millilitri di acqua
3 pizzichi di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
liquore all'amaretto q.b.
caffè (facoltativo)

Preparazione:

Tritare finemente le mandorle fino a renderle una polvere, quindi unirvi lo zucchero, la farina di riso, il lievito e la vanillina. In un pentolino, mettere a scaldare l'amido di mais sciolto nell'acqua. Quando comincerà ad addensarsi, togliere dal fuoco e far raffreddare leggermente, quindi unire la crema densa e gelatinosa che si sarà formata al resto degli ingredienti mescolando bene, fino ad ottenere un impasto piuttosto consistente. In una teglia rivestita di carta da forno sistemare l'impasto con un cucchiaio, formando dei mucchietti poco più piccoli del fondo del bicchiere (o della coppetta) in cui verrà servito il budino. Far cuocere i biscotti in forno ancora freddo a 180° per circa 15 o 20 minuti, finché saranno gonfi e leggermente dorati, dall'esterno croccante e presenteranno delle piccole crepe in superficie.
Nel frattempo preparare la crema scaldando il latte di riso in un pentolino e mescolando in un'altra pentola la crema di riso e lo zucchero vanigliato. Quando il latte sarà caldo, versarlo lentamente pentola evitando di formare grumi. Mettere la pentola sul fuoco e aggiungere la margarina e, quando la crema sarà arrivata ad ebollizione, anche l'amaretto, cuocendo la crema per uno o due minuti al massimo.
Sistemare i biscotti nel fondo delle coppette o dei bicchieri, versarvi un po' di amaretto allungato con acqua zuccherata (o caffè amaro, se non si è intolleranti) per ammorbidirli, quindi versarvi la crema ancora calda. Far raffreddare i budini in frigo 2 o 3 ore prima di servirli.

Curiosità:

Logo taccuini storici

Attraverso le complesse vicende della storia capita talvolta che da una stessa parola e dalla corrispondente preparazione gastronomica finiscano per svilupparsi in ambienti e tempi diversi termini e pietanze affatto differenti dall’originale e tra di loro.
E’ il caso del latino “botellus” che designava appunto il budello dell’animale – da cui la nostra parola – e per estensione la salsiccia che in esso si insaccava. Dal diminutivo volgare “botellinus” è passato nel francese “boudin” che in origine indicava ancora una preparazione di salumeria. Il Ménagier (fine del secolo XIV) ci descrive le ricette per un boudin blanc e un boudine noir, quest’ultimo una specie del nostro sanguinaccio che passa nella cucina inglese col nome anglicizzato di (black) pudding.
In seguito tanto il boudin – da cui il nostro “budino”- che il pudding diventano preparazioni dolci, mantenendo forse dell’originale soltanto la consistenza morbida, e nel caso dell’inglese addirittura il dolce simbolo della pasticceria britannica. Tutt’altra cosa dalla salsiccia latina. Dal sito: www.taccuinistorici.it

 


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